Udine (31 gennaio 2025) — La consigliera regionale Serena Pellegrino esprime preoccupazione per il piano oncologico che prevede l’accentramento delle chirurgie oncologiche nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine
Di Paola Capitanio
Continua il dibattito sul piano oncologico regionale, con la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) che solleva dubbi in merito alla sua attuazione. Secondo Pellegrino, non c’è stato alcun confronto con le associazioni di categoria, i sindacati, i malati e i direttori dei dipartimenti, nemmeno con i referenti di centri come il Cro di Aviano o il Burlo di Trieste, riguardo il piano che prevede l’accentramento delle competenze, soprattutto chirurgiche, presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.
Le criticità del piano
Pellegrino ha sottolineato che la concentrazione delle attività di chirurgia oncologica a Udine potrebbe causare il collasso della struttura ospedaliera, sovraccaricando il personale e allungando le liste d’attesa, con potenziali danni alla salute dei pazienti. L’accentramento delle competenze chirurgiche a Udine escluderebbe le strutture minori, che non raggiungono il numero minimo di interventi stabilito dal piano.
“In questo modo, si mette a rischio il principio di rete, che dovrebbe essere il punto di forza del piano stesso”, ha spiegato. La consigliera ha inoltre sollevato perplessità sulla possibile fuga di professionisti verso strutture private, nonostante le rassicurazioni dell’assessore che ha dichiarato che non accrediterebbe strutture private per gli interventi oncologici.
Un piano controverso
Le perplessità espresse da Pellegrino riguardano anche la sostenibilità del piano, che rischierebbe di concentrare troppo lavoro su un unico polo ospedaliero, mentre i centri periferici, con i loro esperti, rischiano di venire penalizzati. Il timore è che i professionisti si spostino verso altre strutture private, indebolendo ulteriormente il sistema pubblico.
Last modified: Febbraio 3, 2025