(21 marzo 2025, Udine) – Confcommercio denuncia il calo del 22% delle attività commerciali in centro città. Crescono bar e ristoranti, ma servono interventi per fermare la desertificazione urbana
Di Paola Capitanio
Il commercio al dettaglio a Udine è in crisi, con una drastica riduzione delle attività, soprattutto nel centro storico. Secondo l’ultima indagine dell’Ufficio Studi di Confcommercio, tra il 2012 e il 2024 il numero di negozi in centro è calato del 22%, passando da 564 a 436 attività, con la chiusura di 128 esercizi. Anche nelle aree periferiche si registra un calo, seppur più contenuto (-14%).
In controtendenza, il settore della ristorazione e dell’ospitalità mostra segnali di crescita, con un aumento delle attività sia in centro (+2) che nelle zone periferiche (+14). Tuttavia, il confronto con il periodo pre-Covid evidenzia un trend negativo anche per bar e ristoranti, che tra il 2019 e il 2023 hanno subito un rallentamento.
Per Confcommercio, il problema è strutturale: “Il commercio elettronico, la burocrazia e il peso fiscale aggravano la desertificazione del centro cittadino”, spiega Giovanni Da Pozzo, vicepresidente nazionale di Confcommercio. L’associazione propone il progetto Cities, un piano di rigenerazione urbana che punta su mobilità sostenibile, riqualificazione degli spazi pubblici e incentivi per la riapertura dei negozi sfitti.
A livello nazionale, la situazione è altrettanto preoccupante: dal 2012 al 2024 hanno chiuso quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre sono cresciute le attività di alloggio e ristorazione (+18.500). L’abbigliamento è tra i settori più colpiti (-26%), mentre farmacie (+12,3%) e ristorazione (+4,5%) tengono meglio il passo.
Confcommercio lancia un appello alle amministrazioni locali: senza una strategia di rilancio, il rischio è la progressiva scomparsa del commercio di prossimità, fondamentale per la vitalità e la sicurezza delle città.
Last modified: Marzo 26, 2025