(20 gennaio 2025, Udine) Dopo la tragica morte del piccolo Mattia Cossettini durante una vacanza a Marsa Alam, i suoi genitori lanciano un appello per sensibilizzare sulle carenze sanitarie nelle destinazioni turistiche egiziane
di Paola Capitanio
Marco Cossettini e Alessandra Poz, genitori di Mattia, morto lo scorso 6 gennaio a Marsa Alam, chiedono interventi concreti per migliorare la gestione delle emergenze sanitarie nei luoghi di vacanza.
La tragedia
Durante un’escursione, Mattia aveva accusato un malore. Nonostante l’intervento del medico del resort e successivi trasferimenti, la situazione è rapidamente peggiorata. Arrivato alla struttura sanitaria di Marsa Alam, la famiglia si è scontrata con la mancanza di attrezzature adeguate e la distanza dall’ospedale più vicino, situato a Hurghada, a oltre tre ore di auto. Non era disponibile un elicottero per il trasporto urgente.
L’appello
I genitori di Mattia chiedono protocolli più efficaci, maggiore collaborazione tra tour operator e autorità locali, e strutture sanitarie adeguate nelle aree turistiche. “Non vogliamo dire alla gente di non andare in Egitto,” sottolinea Marco Cossettini, “ma è fondamentale che i turisti siano consapevoli dei limiti in caso di emergenza.”
Le criticità sanitarie nel Mar Rosso
Ogni settimana, tra 6.000 e 8.000 italiani scelgono il Mar Rosso per le vacanze. Tuttavia, mancano infrastrutture sanitarie adeguate, come camere iperbariche – nonostante la popolarità delle immersioni – e un servizio di elisoccorso.
L’obiettivo
Per ora, la famiglia si concentra sul fare chiarezza su quanto accaduto a Mattia. Tuttavia, il loro appello mira a evitare che tragedie simili si ripetano, sensibilizzando operatori turistici e autorità sulle carenze e i rischi per i turisti.