(21 ottobre 2024, Treviso) La Guardia di Finanza ha denunciato due imprenditori per bancarotta fraudolenta, accusati di aver causato il fallimento di una catena di abbigliamento attiva dal 2011 e con 11 negozi nelle province del nord Italia. Le indagini hanno rivelato manovre finanziarie illecite, con un incremento dei debiti da 1,3 a 2,4 milioni di euro e distrazioni patrimoniali per circa 1,1 milioni di euro, sollevando preoccupazioni per i dipendenti e fornitori coinvolti
di Paola Capitanio
La Guardia di Finanza del comando provinciale di Treviso ha denunciato due imprenditori per bancarotta fraudolenta patrimoniale, accusati di aver portato al fallimento una catena di negozi di abbigliamento con 11 punti vendita distribuiti tra le province di Treviso, Udine, Trieste, Gorizia e Reggio Emilia. L’azienda, con un volume d’affari annuo di circa due milioni di euro e 20 dipendenti, era attiva nel settore dal 2011 ma ha dichiarato fallimento nel 2020. Le accuse principali riguardano la gestione finanziaria disastrosa e l’intento di far perdere le tracce della società, trasferendola in provincia di Foggia.
Le indagini, condotte dal gruppo della Guardia di Finanza di Treviso, hanno evidenziato una serie di manovre finanziarie illecite. In particolare, i due imprenditori avrebbero fatto crescere i debiti dell’azienda da 1,3 a 2,4 milioni di euro tra il 2014 e il 2020, evitando di ricorrere agli strumenti legali per risolvere la crisi economica. Inoltre, è stata accertata una distrazione patrimoniale di circa 1,1 milioni di euro attraverso operazioni contabili irregolari e trasferimenti di risorse finanziarie in favore degli stessi amministratori. Queste condotte hanno aggravato il dissesto della società, che già dal 2014 non riusciva a saldare debiti tributari e contributivi per un totale di 250.000 euro.
Le indagini hanno fatto emergere anche prelievi indebiti di cassa e l’appropriazione di crediti verso clienti, oltre a numerosi pagamenti ingiustificati destinati ad altre società gestite dai due imprenditori. Grazie all’analisi degli estratti conto bancari e delle scritture contabili, le forze dell’ordine sono riuscite a ricostruire i flussi di denaro illeciti.
Alla luce delle prove raccolte, la Procura della Repubblica di Treviso ha concluso le indagini preliminari, e si attendono ulteriori sviluppi riguardo alle responsabilità penali degli indagati. Il caso ha sollevato preoccupazione per l’impatto economico sui dipendenti e i fornitori della catena.
Last modified: Ottobre 21, 2024